Correre per far del bene

7 Maggio 2024

Sono trascorsi alcuni giorni dalla Milano Relay Marathon ma le emozioni sono ancora vive negli occhi e nel cuore di chi vi ha partecipato: sia come runner, sia come spettatore.

Domenica 7 Aprile a Milano si è svolta la 12a edizione della staffetta benefica che si corre in contemporanea con la maratona. Vi hanno partecipato 104 associazioni, con 4.000 squadre iscritte e la bellezza di 16.000 runners che hanno colorato le strade del capoluogo lombardo. Numeri da record anche per la somma economica raggiunta: 5 milioni e mezzo di euro, che rendono questa manifestazione il secondo evento europeo di raccolta fondi per beneficienza.

Quest’anno ci sono state alcune modifiche rispetto alle precedenti edizioni. Una di esse riguarda la location destinata alle Onlus. Da sfondo ai vari gazebo non c’era il consueto parco Indro Montanelli ma Corso Vittorio Emanuele, la via che collega piazza San Babila al Duomo (partenza e arrivo della corsa). Visto il numero dei partecipanti, lo spazio si è dimostrato essere abbastanza contenuto, ma questo non ha impedito alle migliaia di persone presenti di fare festa tutti insieme.

Anche la nostra Fondazione ha risposto “presente”, schierando sulla linea di partenza 32 squadre (128 runners) provenienti da diverse province. Qualche corridore è arrivato addirittura dall’estero. Qualcuno era alla sua prima esperienza, altri invece sono ormai annoverati tra gli “aficionados”.

Al mattino presto, una squadra di volontari, capitanata da Davide (vero cuore pulsante dell’organizzazione della staffetta per la Fondazione) ha allestito il gazebo, in modo tale da accogliere tutti i runners che hanno aderito alla causa.

E così già dalle 8 di mattina, lo stand della Fondazione ha iniziato a popolarsi di persone.

La magia di questa manifestazione fa sì che tra gli atleti neofiti e i veterani ci sia subito sintonia, amicizia e voglia di fare festa. È bello vedere gente che poco prima non si era mai vista, instaurare un dialogo, parlare della propria vita, come degli amici di vecchia data che non si vedono da molto tempo. Capita anche che nella propria zona cambio, seduti su un marciapiede in attesa dell’arrivo del proprio compagno di squadra, si apra il cuore e ci si metta a parlare di problemi che ti sono capitati/ti stanno capitando nella vita. E alcune volte non serve dare consigli, basta solo stare e ascoltare.

Allo stand o nelle zone di cambio si riconoscono i volti “storici” delle persone che hanno partecipato alle passate edizioni ed è bello ritrovarsi, con un anno in più, ma con una voglia matta di correre e tagliare il traguardo. Dietro al nostro gazebo vi è stata anche la presenza di un massaggiatore professionista (ringraziamo lo sponsor) che ha saputo ristorare le fatiche dei corridori dopo la loro gara.

 

Verso le 9 non poteva mancare la consueta foto di rito (non ci siamo stati tutti perché lo spazio non lo consentiva) e poi ciascuno è partito per la propria frazione.

Il primo frazionista ha percorso Corso Vittorio Emanuele (la via dove c’erano tutte le associazioni) per raggiungere qualche centinaio di metri più avanti la partenza situata in piazza Duomo. Questa è la seconda novità inserita dall’organizzazione. Partenza e arrivo quest’anno sono stati sotto lo sguardo della “Madunina”. E alle 9:15 lo sparo ha dichiarato l’inizio della corsa.

Ed ecco un serpentone colorato transitare all’ombra del Duomo, incitato dalla folla ai lati delle strade e dalla musica pompata nelle casse dislocate in vari punti della città meneghina.

Sappiamo che la staffetta è una gara non agonistica, ma in tutti i runners (dal neofita al più esperto) quando la corsa inizia, scatta nel cervello un meccanismo strano che lo porta a competere contro se stesso e contro gli altri. Non ci si può far nulla: è nella loro natura.

Nella prima frazione oltre al Duomo si corre accanto al teatro della Scala e al Castello Sforzesco. Si raggiunge la zona cambio sita nelle vicinanze della fermata Pagano.

Ricevuto il cinque dal primo staffettista, ecco che il secondo parte alla volta della sua frazione, che lo porterà ad attraversare la “Milano dei grattacieli”: la City Life.

È bello notare il pubblico lungo il percorso che incita ciascuno dei partecipanti, senza nessuna distinzione e con la volontà di sostenerli nei momenti di difficoltà.

Il secondo cambio avviene in zona Lotto. Il terzo staffettista costeggia l’ippodromo e lo stadio di San Siro (la Scala del Calcio).

Il terzo cambio avviene in zona Uruguay. Da qui mancano esattamente 14 km e 195 metri. Il quarto staffettista attraversa il Parco del Portello, l’arco della Pace, Porta Venezia per poi giungere in piazza Duomo, dove ad attenderlo, oltre al traguardo, c’è una folla festante.

Purtroppo quest’anno solo l’ultimo staffettista ha potuto tagliare il traguardo. L’organizzazione ha deciso che gli altri componenti non potevano unirsi negli ultimi metri, pena la squalifica. È stato davvero un peccato, perché l’arrivo in parata sotto il traguardo è un momento molto bello da vivere insieme, simbolo anche che le fatiche (in questo caso quelle della corsa) e le gioie (il tagliare il traguardo) le si condivide tutti insieme.

Chi era presente all’arrivo ha potuto vedere questa gioia negli occhi e nei sorrisi delle persone. Qualcuno ha percorso gli ultimi metri ciondolando sulle gambe, che ormai andavano avanti per inerzia, ma a tutti i runners non è mancato il sorriso stampato sul viso e la consapevolezza di aver completato questa bellissima gara.

Oltre alle persone normodotate vi hanno partecipato anche persone diversamente abili: chi spinto e chi invece con le sue forze per muovere la sua carrozzina. Vedere arrivare questi atleti in fondo, ti regala emozioni forti e sincera ammirazione e commozione per quanto sono riusciti a fare. Davvero chapeau!

Alla fine della gara, ci siamo trovati tutti insieme allo stand per fare festa, per mangiare dell’ottima pizza e focaccia (grazie allo sponsor!) e per brindare con fiumi di spritz e birra.

Anche questa edizione ha chiuso il sipario, ma permetteteci di ringraziare tutte quelle persone che hanno reso bella e speciale questa manifestazione. Un grazie a tutti i volontari che hanno donato il loro tempo per allestire e presenziare allo stand. Grazie a chi ha portato le pizze, le focacce, le bibite per il dopo corsa. Grazie a tutti i runners che hanno partecipato a nome della Fondazione (quest’anno con noi hanno corso anche due Pink Ambassador). Grazie agli accompagnatori, che hanno sostenuto tutti i corridori.

Un grazie anche al dott. Pietro Gamba che ci permette ogni anno di poter essere delle piccole gocce nel grande mare della carità.

E se anche tu, leggendo queste poche righe vuoi essere “contagiato” dallo spirito di questa associazione e trascorrere una giornata con amici, ti aspettiamo alla prossima edizione, il 6 Aprile 2025. Noi ci saremo e saremo carichi come non mai.

Gianluca Nespoli

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