Fresche impressioni dopo visita a Comunidad di Challviri – Seconda parte

12 Agosto 2009

Il nostro intenderci in italiano stride in una casa con tetto di paglia, quasi seduti a terra per evitare il fumo dell’ambiente e in un ambiente diverso dalla nostra storia. Il cuore lascia trasparire le emozioni raccolte nella giornata, come riassunto delle tante emozioni provate. Si ricorda il bambino visto a piedi nudi, tremante di freddo e non troppo pulito né troppo protetto dalla sua mamma… si ricorda il giovane che da oltre vent’anni soffre di attacchi di epilessia non curata, emarginato senza istruzione e senza parola anche se accolto in casa con gli altri fratelli.. si ricorda il bambino conosciuto in Anzaldo per un tumore al fegato operabile in centri specialistici, ma che, per volontà dei genitori sorretti dal comune pensiero della comunità, è lasciato al suo destino di imminente morte.

E’ bello sentire l’unità dei giovani che pregano insieme con un sentimento profondo.. In questa stessa cucina, sede della nostra preghiera, un’anno fà sono state versate lacrime amare senza consolazione per una disgrazia successa a questa famiglia che ci accoglie, che ha sofferto l’improvvisa morte della loro ventenne figlia Filomena, per il ribaltamento su un lato della camioneta a causa di un’inesperta manovra di suo padre René su strade pericolose e appena tracciate. I desideri espressi diventano unione nella preghiera … In forma naturale si condivide e spontaneamente ognuno continua il rosario iniziato da don Sandro..Ci si sente vicini e in comunione a tutto questo mondo, e questo fà un gran bene al cuore, rigenerando la forza del credere e della Fede che viene condivisa e rafforzata insieme. Al mistero del rosario insieme raccoltamente recitato, si aggiungono intenzioni personali che avvicinano chi è lontano e che rievocano le emozioni della giornata passata e con un’unico e comune desiderio di bene per tutti . E’ notte fonda, usciamo al freddo per osservare il cielo stellato, un po’ coperto dalle ombre di nubi. Ed è ora di dormire su un pagliericcio che gentilmente ci hanno riservato come segno di grande ospitalità.
L’indomani la sveglia è alle cinque del mattino; ci si alza sentendo un penetrante freddo insieme al canto lontano di un gallo in coro con altri, quando il sole è ancora nascosto dietro le percettibili sagome scure delle circostanti montagne che il giorno stà rischiarando. Che emozione essere di nuoco in un posto di forti ricordi e vissuto, potendo assaporare gli stessi sapori, gusti e percezioni , di molti anni fà. Di tempo n’è passato, e mentre mi addormento in questo clima di pace e di profonda serenità, ripenso il giorno della scelta decisa della medicina, iniziata come risposta ai fatti successi in questa stessa comunità e che ancora continua. Il pensiero mi riporta a Gilmer, il bambino di un anno e undici mesi visto in Anzaldo con un tumore epatico congenito e aiutato perchè il suo problema si risolvesse in centri di maggior risoluzione e specialità. La sua famiglia ha deciso diversamente… probabilmente hanno voluto evitarsi sacrifici pensando al duro lavoro del posto e alla stessa vita di difficile adattamento. Per me si ripresenta lo stesso mistero, con le irrisolte domande di quel tempo quando decisi come soluzione lo studio della medicina. Oggi comprendo, non senza rammarico che la risposta non è stata sufficiente, perchè i problemi ugualmente continuano quasi invariati e irrisolti! Mi giro su un lato, mentre mi addormento pensando che in fondo gli uomini non sono capaci di dare la vita che è solo nei misteri di Dio. Chiedo al Signore di accrescermi la Fede, e Lo ringrazio per farmi capire che anche quest’accettazione, fa parte della missione che Lui dirige e conosce. A noi basta solamente dare la disponibilità del nostro cuore aperto e attento a queste persone che non è senza sofferenza!

 

Pietro

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