Incontri locali significativi
Il racconto del "pijcho comunitario", un momento conviviale di gioia semplice e autentica, in grado di donare la giusta ...
di Antonio Castaldello
Dopo 8 anni sono in partenza per la Bolivia e in particolare per Anzaldo nell’ospedale del dott. Pietro Gamba.
Nell’ultimo viaggio visitavo Anzaldo per il 30° anniversario dell’ospedale di Pietro, in questa occasione l’obiettivo è molto più alto; con il mio miglior amico Johnny Dotti (imprenditore sociale e pedagogista) su mandato del CDA della fondazione Italiana Pietro Gamba ETS dobbiamo osservare, conoscere e analizzare le possibilità di continuità dell’opera di Pietro che, all’alba dei suoi 72 anni, è giusto porsi.
La prima impressione, al nostro arrivo, è quella di una nazione che ha fatto progressi nelle infrastrutture. La strada da Cochabamba ad Anzaldo è ora asfaltata e sistemata con ponti e segnaletica, il tempo per raggiungere l’ospedale è molto ridotto e il paesaggio stradale totalmente cambiato. Un’ opera che avvicina la città al pueblo di Anzaldo in tutti i sensi, di tempo, di cultura ed economici.
Tuttavia il paese soffre di una crisi economica che si legge dalla mancanza di carburante con enormi file per il rifornimento e con un’economia sommersa molto sviluppata ad esempio il cambio ufficiale dell’euro è di 7 boliviani mentre il cambio parallelo è di 12 boliviani segno di mancanza di denaro e di svalutazione.
L’inflazione è altissima.
La prima notte e la successiva giornata l’abbiamo passata in Cochabamba per approvvigionamenti nel caos stradale e nello smog dovuto al traffico e dal fumo degli incendi della foresta amazzonica che sta bruciando da mesi con perdita di milioni di ettari di vegetazione, un danno incalcolabile senza che il mondo sia informato.
In serata siamo in Anzaldo un po’ frastornati dal viaggio e dal fuso orario siamo accolti dal personale con striscioni e inno nazionale italiano.
L’ospedale ha mantenuto la sua struttura esterna e organizzazione ma in alcuni settori si è ammodernato, nuove sale operatorie, nuova casetta degli ospiti denominata (casetta del Canada), container per la produzione dell’ossigeno, inviato come aiuto da Bergamo durante il covid, che ora serve per le sale operatorie e per le camere di degenza ma può essere anche venduto agli altri ospedali permettendo un introito.
Nella casa di Pietro e Margherita ci accolgono un lama e un alpaca che fanno da guardia e sono molto simpatici e socievoli.
Nei successivi giorni direi che l’obiettivo è stato conoscere le realtà dei campesinos da dove provengono i pazienti che arrivano all’ospedale di Anzaldo.
Nel primo weekend abbiamo fatto un giro di due giorni in jeep passando da Challviri: 3800 metri di quota (paese dove Pietro negli anni ’70 ha vissuto e dove ha maturato l’idea di diventare medico dei campesinos).
Da Challviri siamo scesi attraverso piste sconnesse nella foresta millenaria di Bathiayoj un luogo incontaminato e sperduto all’inizio della zona del Chapare dove gli incendi distruggono la foresta per lasciare posto alle coltivazioni di patate. Inoltre sempre nella regione del Chapare stanno costruendo una strada che arriverà a Bathiayoj per la ricerca dell’oro presente nella zona. Tutto questo ci fa pensare che questi terreni potranno essere espropriati per speculazioni o per la produzione della coca dopo che la ricerca dell’oro finirà.
Nei successivi giorni della settimana sempre in jeep partendo dall’ospedale siamo andati al rio Caine e nel nord del Potosì o sulle alture di Anzaldo visitando comunità di Campesinos o singole famiglie e partecipando alle loro riunioni di comunità oppure accompagnando a casa pazienti dimessi dall’ospedale.
In questi viaggi molto duri, intensi ma dal punto di vista naturalistico e umano eccezionali abbiamo capito quanto Pietro è apprezzato e conosciuto dalle comunità per la sua opera e quanto lui si è integrato in questa povertà estrema ma dignitosa.
La seconda settimana è stata dedicata alla conoscenza di realtà e di persone che potrebbero aiutare Pietro a costruire una continuità della sua opera, e nella conoscenza organizzativa e di relazioni dell’ospedale di Anzaldo e del suo territorio.
Tra le persone incontrate ricordo :
Abbiamo visionato la contabilità dell’ospedale con entrate e uscite e i relativi bilanci.
Questi incontri e informazioni ci hanno portato ad una maggior conoscenza dell’opera di Pietro Gamba e del suo ospedale permettendoci di fare alcune considerazioni che possono essere utili per la continuità dell’opera sia nel breve termine sia nel futuro.
Questa radiografia dell’opera di Pietro di cui ho accennato alcuni punti spero che possa essere utile sia al CDA della fondazione sia a Pietro per rispondere alla domanda finale, l’opera costruita con tanta passione e con la Provvidenza resisterà nel tempo?
Concludo ringraziando anche a nome di Johnny, Pietro, Margherita, Norma, Antonie, Andrea, e tutto il personale dell’ospedale per l’accoglienza, l’attenzione, la simpatia e l’affetto che abbiamo ricevuto, non scorderemo questi giorni passati insieme.
Grazie di cuore
Antonio Castaldello
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