Lettera a Silvia in partenza per la specializzazione

5 Febbraio 2018

Carissima Silvia,
tra poco ci lascerai per continuare gli studi; sarà un’assenza importante e si farà sentire.
Poco meno di un anno fa ti laureavi… e insieme abbiamo festeggiato questo evento importante della vita.

Da quel giorno hai previsto che il tuo percorso di studio non era ancora finito, ma, al contrario, sarebbe stato ancora lungo.

In questi mesi hai deciso di prepararti per la specializzazione, non in Bolivia dove hai conseguito la tua formazione medica, ma in Europa (Spagna) per dimostrare che lo studio di questi anni può supportarti nel confronto e nella competenza con altri paesi più sviluppati.

Ti sposterai dal continente latinoamericano al mio continente di origine, di diversa cultura e, anche se non sarai in Italia, sentirai l’origine la porti nei tuoi geni e questo servirà per ossigenare e rafforzare l’originale mia scelta.

Noi, i tuoi genitori e la famiglia che ti segue, ti saremo vicini accompagnandoti nello sforzo che ti imporrà lo studio, la distanza, l’impegno, la sfida e la lotta.

E ripasso le immagini di questo mese e mezzo che hai passato al mio fianco in Anzaldo come medico, dove hai avuto la possibilità per dimostrare quello che sei e che stai diventando. Dei vari pazienti che restano nei miei ricordi e che hanno sentito la bontà del tuo impegno e del tuo trattamento, qui ricordo alcuni, in particolare Bonifacio e Marlene. Un modo di fare con le persone dove emerge un tuo modo di fare che mi ha colpito per la tua azione, probabilmente frutto della formazione e della crescita in sensibilità e interesse verso l’altro nel bisogno .

Bonifacio un “campesino ” delle nostre comunità, è arrivato in Ospedale alle 3 del mattino, in piena notte quando è un piacere sentirsi avvolti nel sonno ristoratore. Aveva le mani sporche di sangue per aver sostenuto le sue viscere dall’addome aperto mentre veniva trasportato da noi dalla sua comunità, con una importante emorragia in atto che lo avvicinava allo shock.

Tu Silvia ti sei alzata prima di tutti per rispondere all’importante emergenza e, svegliando tutto l’ospedale, hai visto il problema coinvolgendo tutti per risolverlo il più tempestivamente possibile. Con noi quella sera c’era il chirurgo e questo è servito a salvare la vita del simpatico Bonifacio, che, a quell’ora, stava armeggiando una sega circolare elettrica senza protezione che, improvvisamente gli ha passato i vestiti e aperto l’addome. È stato salvato per un miracolo che non sappiamo ancora spiegare.

Nella stessa mattinata ci ha sorpreso un’inusuale tempesta che si è scatenata all’inizio come una tormenta elettrica e poi una violenta precipitazione di ghiaccio.

Ti ho visto “proteggere” con interesse e dedizione, le attrezzature elettroniche, muovendoti, nonostante la capibile stanchezza, mentre fuori in un attimo si scatenava il finimondo con una grandinata che in poco tempo lasciava i tetti e l’ambiente tutto imbiancato come un’improvvisa nevicata. L’accumulo della tempesta ghiacciata sui tetti, impediva lo scorrere dell’acqua nei canali e, questo ha permesso l’infiltrazione dell’acqua nelle fessure delle tegole per il risalire di questa a ritroso. Sotto tetto, negli ambienti dell’ospedale e delle abitazioni, l’acqua cadeva a catinelle da ogni dove e imponeva di correre con secchi, teli plastici per proteggere le attrezzature più delicate e gli archivi e riparare quello che più era esposto. Nel laboratorio si era formato un piccolo allagamento e così si riparavano le macchine elettroniche dei raggi X e della sala chirurgica . Sembrava d’essere stati d’improvviso catapultati in un girone dantesco con immagini inverosimili. E l’acqua entrava con decisione a catenelle facendo danni ovunque. In questo panorama, seppur stanca della notte insonne, eri presente reattiva e attenta per difendere con interesse e limitare i danni insieme a tutto il personale. Tutti insieme ci si è sentiti in forza, convinti della collaborazione di tutti e motivati da una forza trainante di gruppo che va avanti .

L’altra azione che mi ha colpito è stato l’avvicinamento alla malattia di Marlene, una paziente da te visitata in consulta, proveniente da una comunità fuori dalla nostra area.
Una paziente con diabete scompensato e con precario equilibrio per il coinvolgimento degli organi funzionanti soprattutto il rene.
La paziente ha sentito il tuo concreto aiuto competente di medico che hai saputo dimostrargli!
Ti ho osservata da fuori, quasi spiandoti, per vedere cosa sapevi fare per quel tipo di patologia di difficile conduzione nel nostro ambiente limitato! Un medico estraneo avrebbe scelto la via più facile e cioè di mandarla dallo specialista endocrinologo, motivandosi della competenza non adeguata per seguire un caso già complicato e per evitarsi maggiori complicazioni!
Tu senza pensare di liberartene presto, intuendo che la condizione della paziente avrebbe giocato contro ogni indicazione affrettata per rinviarla in città, l’hai dapprima ascoltata, hai poi voluto approfondire con esami il suo attuale stato e compromesso degli organi vitali per poi decidere di ospedalizzarla per meglio seguirla da vicino con le tue conoscenze . Aiutandoti con quello che sapevi, consultandoti con i tuoi professori, dimostrando interesse per impostare una strategia terapeutica con l’aiuto dei tuoi libri e internet, hai stabilito la dose appropriata di insulina dopo un’appropriata reidratazione . La signora dopo un giorno e una notte è rifiorita e si ricorderà di te ,come un giovane medico che, con pochi soldi e tanta passione l’ha condotta fuori dalla crisi, dalla sonnolenza e dal malessere che la lasciava senza forze. Ma soprattutto si ricorderà che l’hai conosciuta per nome, l’hai personalmente seguita con varie visite durante la giornata senza stancarti e senza inviarla in città dagli specialisti per fare più presto e scaricarla ad altri. Il tuo studio l’hai messo a frutto e, con i nuovi mezzi a disposizione e il vantaggio di esserti fatta conoscer da molti le tuoi insegnanti ora coinvolti per la loro maggior esperienza, sei arrivata ad un buon risultato. Oltre all’interesse per il tipo, la dose e i tempi di impiego dell’insulina, quello che più mi ha convinto del tuo agire è stata il tuo coraggio per osare per un risultato perché, per chi non lo sa, noi qui non la usiamo l’insulina diariamente se non in caso di emergenza! Da sola ti sei arrangiata cercando nei magazzini le siringhe appropriate precaricate dell’appropriata insulina portata dall’Italia.

Poi, mancando gli aghi, hai cercato ovunque in diversi posti, fino a ritrovare quello che si adattava per la siringa speciale. Neanche io sapevo indicarti dove potevi trovarli e tanto meno nessuno del personale! Una dimostrazione che quando si vuole un risultato, anche se obbliga superare ostacoli, credendo si ottiene! Dimostrazione e esempio di forza che ti auguro mantenere sempre vicino a te, ora che le prove da affrontare saranno quotidiane e sempre più dure e in salita Per potere ” servire” e migliorare facendo sentire con i fatti dell’impegno che segui il malato e non ti liberi facilmente e in fretta di lui per passarlo ad altri, certamente più competenti, ma anche più costosi e per tanti nostri poveri anche inaccessibili!

Non hai guardato il profitto ma il risultato. Non hai avuto paura della difficoltà quando si tratta del bisogno del malato! E la gente povera, anche se può premiarti unicamente con i prodotti del suo raccolto e porta qualcosa, sa dimostrarti e dirti con il poco, il tanto del tuo gesto grande di valore senza crederti più di nessuno . Ti faranno importante le persone che servirai e, anche se non ti riempiranno di beni e soldi, non ti mancherà niente di quanto è sufficiente; non ambire molti beni che passano velocemente; le più belle soddisfazioni sono il bene silenzioso che lasci alla gente che ti cerca!

Ringrazia con me il Signore perché ci ha dato tanto nella vita e non staccarti da Lui.

La Sua Provvidenza ti guidi per i risultati che se ci saranno , non devi considerare unicamente tuoi, ma per meglio servire gli altri. Non dimenticarti di quanti sono nel bisogno e aspettano da te la parte migliore.

Ti abbraccio fortemente per dirti il mio più sincero Bene.

Tuo Papà.
Dott. Pietro Gamba

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