Per dire qualcosa sulla carità e missione

13 Aprile 2008

Per dire qualcosa sulla Carità e sulla Missione, è meglio partire da quanto si vive. Ricordo Wilber,il ragazzo con osteomielite all’anca, che dopo circa due mesi è rifiorito, sorrideva sereno pensando che presto sarebbe andato casa dai suoi genitori per tornare qui ai periodici controlli. L’evoluzione della sua malattia per noi è stata spettacolare, superiore ad ogni aspettativa, così come sono state spettacolari e superiori ad ogni aspettativa le conquiste quotidiane di Eulogio. I bambini non hanno colpe e, a maggior ragione se poveri, non possono essere abbandonati e quando hanno bisogno di un aiuto non dovrebbe essere loro negato. Norma, la mia ultima figlia, è nata con sindrome di Down; da lei imparo sempre molto riservandomi ancora sorprese. Ricordo un giorno, mentre insistevo con lei per farle riconoscere i numeri del telefono in forma automatica e veloce; un esercizio che le servirà per poter essere indipendente nell’usare il telefono. Probabilmente non riuscivo ad essere troppo tollerante con lei che si concentrava e premeva un numero inappropriato confondendo il 2 con il 5 o il 6 con il 9. Quando rinunciai, lei, con la sua preziosa dolcezza e intoccabile pazienza, mi disse: “Papi,…poco a poco”. E’ stata una lezione che mi ha colpito nel segno; con la nostra fretta accelerata, molte volte, roviniamo tutto senza arrivare al bello dei risultati che giungono come una meritata conquista. Ciò che cerco di fare ogni giorno è applicare il “poco a poco” che Norma mi ha insegnato! Fare “missione” non è diverso qui che altrove perché è quando ti lasci coinvolgere dal bisogno dell’altro e ti occupi con cuore sincero e non per un mirato tornaconto! La ricompensa è sentirti dire da Norma «estoy feliz!» (sono felice) o vedere un sorriso riconoscente da un piccolo che con molto affetto è stato curato. La generosità trasforma i nostri giorni in momenti di grande valore e di miglior significato. A volte siamo tentati di ridurre tutto al razionale, di ragionare più con il cervello anziché con le emozioni che il cuore sa generare. Saremo giudicati sull’Amore, sulle opere che abbiamo realizzato e testimoniato con i fatti e non sulle ideologie di pensiero per come avremmo dovuto fare per cambiare il mondo.

Pietro

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