Un Viaggio nei ricordi

30 Agosto 2015

L’estate italiana coincide con l’arrivo di visite di amici e nuovi conoscenti che arrivano in Bolivia per conoscere la nostra attività.
In programma ho messo un viaggio con i giovani venuti dall’Italia, per vedere e toccare questo mondo ancora povero, tra la gente di Challviri, la comunità che per me mantiene un alto significato in quanto sono stato accolto nelle loro case e questo ha segnato l’inizio della mia scelta in Bolivia quasi quarant’anni fa.
Sono i giovani che devono respirare la freschezza dell’aria della “missione” con il sapore caldo e dolce che si assapora quando ci si mette con la gente.
Abbiamo avuto solo un giorno, troppo veloce per essere sufficiente, per immergerci nella complessità di una cultura fatta di una diversa lingua, abitudini e storia diversa di tradizioni e pensiero. Ma quello che vale è la decisione di andare per essere “presenza”, anche se vediamo come dal finestrino le immagini che riescono a colpirci.

A Maicamayo, un bambino ci vede e subito corre a nascondersi. Vado a stanarlo dal suo nascondino e, come si vede scoperto, mi guarda un po’ impaurito e riesce a dirmi : “Buen día tiuy” (buon giorno zio mio).
Il saluto mi rievoca il bello di questi posti dove si vive ancora la forza della Comunità per accomunare tutti quanti come parenti anche quelli che non sono conosciuti. Una volta qui con loro , sei uno zio della famiglia e sei rispettato, accettato e salutato!
Questo legame e vincolo rimane nella tradizione, mentre altre cose stanno purtroppo scomparendo.
Così come è scomparsa la casa, rimasta nei miei ricordi per avermi ospitato, dove ancora oggi vive don Hilarion che non abbiamo incontrato in quanto ancora sui campi a lavorare le patate. Qui finché hai fiato e riesci a lavorare, non esiste alcuna tregua e non si aspetta nessuna pensione! Fintanto si è autosufficienti è il lavoro dei campi l’unica occupazione che ti mantiene vivo!
Della costruzione che era come un piccolo cortile, è rimasta in piedi unicamente la cucina, una piccola abitazione con tetto di paglia rimasta uguale ai tempi passati. La numerosa famiglia oggi è dispersa in varie parti , vicine e lontane. Sul posto è rimasto solo, come un patriarca, il papà Hilarion, sfidando gli anni che sono tanti.
Attorno vi è trascuratezza; le erbe sono cresciute nelle macerie delle pietre cadute della costruzione che parla di abbandono. Il passaggio del tempo parla visivamente di decadenza che notiamo sia nell’aspetto della salute e dell’educazione. Se qualcosa è migliorato oggi è la strada di comunicazione che ci ha permesso di arrivare sul posto con l’automezzo, mentre prima questo era possibile solamente a piedi o con il cavallo. Siamo venuti per lasciare sapone di zolfo e alcune lozioni, per le malattie della pelle dovute alla poca igiene che è rimasta invariata nonostante gli anni passati.
Abbiamo incontrato la scabbia in una donna, ma sono certo che gran parte rimane nascosta e tanti (come ben ricordo è stato per me) sopportandone il prurito fastidioso che non lascia pace nella notte. Abbiamo lasciato ai dirigenti e distribuito ai bambini incontrati i nostri prodotti per la scabbia e i pidocchi. Personalmente stringere la mano forte e callosa di queste persone conosciute con unghie sporche di nera terra caratteristica di questi posti, sentirmi richiamare Pedrito come “allora”, e vedere nei loro occhi l’emozione del ricordo che si ravviva e non muore, è rituffarmi nei ricordi che rigenerano piena gioia per sentirmi attorno persone amiche.
Monica, una dei giovani che ci ha accompagnato, ha scritto dal suo cellulare queste sue prime impressioni di questo viaggio a Challviri, che condivido con voi.

Un caro saluto a tutti.
Pietro.

Impressioni del viaggio a Challlviri di Monica.

Challviri, 24 agosto 2015

Non è semplice raccogliere le emozioni di una giornata trascorsa NELLA gente, non è solo vedere. Il vedere passa come tante immagini nella nostra vita, ma è ascoltare, sentire odori profumi, sono colori che spiccano tra le nuvole basse e grigie, è entrare dentro, STARE con loro!!
Questa giornata posso paragonarla alla strada percorsa per arrivare a Challviri in salita, piena di buche, difficile, che da scossoni, sobbalzi ma tutto attorno è un colpo d’occhio meraviglioso, un paradiso! Così la strada della vita, che se vissuta intensamente è ardua piena di imprevisti che richiede sforzo sacrifici talvolta rinunce, che ti porta sempre a non fermarti ma che ti spinge a puntare in alto ad aprire lo sguardo al mondo, a non ripiegarti su te stesso ma a confrontarti con la gente a metterti in discussione a cambiare nel profondo! Così troverai il paradiso attorno a te, e dentro di te il Signore!!

Ed è un po’ così la vita che ho conosciuto ieri di quella piccola gente che nell’umiltà e nella semplicità accoglieva con un sorriso e una stretta di mano, che anche se straniero ti chiedeva di fermarsi con loro per CONDIVIDERE ciò che di più prezioso hanno, la loro vita!! Una vita difficile, fatta di sacrifici, di lavoro, di freddo pungente, di famiglia ma nella serenità di chi dalla vita “ha avuto tutto”…e noi mai contenti, sempre pronti a lamentarci, a criticare, alla ricerca del meglio, del bello, della perfezione!
Vedere tutti quei bimbi che ti correvano incontro riempivano gli occhi di lacrime, che mi vergognavo a mostrare e nascondevo e trattenevo dietro un sorriso! Vorrei avere la leggerezza di cuore di quei piccolini che correvano a piedi nudi nel prato amando quella terra che il Signore gli ha donato! Vorrei amare la vita con la semplicità e la spontaneità con cui loro la amano!!!
Non nascondo che ogni tanto c’era il timore, la paura di avvicinarsi, di “buttarsi” tra loro, ma poi una parola bastava per spronarti, e una voce dentro diceva “se vuoi cambiare stai con loro!” E allora stavi senza magari capire le parole, ma tutto arrivava al cuore con gesti, sguardi, sorrisi!!
Quanto dovremmo scrollarci da dosso le nostre banali e stupide paure, quelle del non avvicinarsi perché poveri, sporchi, diversi da noi, forse malati, perché credo che spesso i veri malati siamo noi, nel cuore indurito e poco disposto a cambiare…come Gesù definiva i farisei “sepolcri imbiancati”. Vorrei avere un cuore meno indurito dalla modernità capace di aprirsi e diventare così grande da accogliere il mondo!!
Potrei scrivere ancora un fiume di emozioni e sentimenti ma credo che le più forti ed importanti siano racchiuse qui!!
Ancora troppo poco hanno visto i miei occhi, ancora troppo poco sono stata in mezzo alla gente, ma una cosa è certa che non posso tornare a casa senza essere cambiata, la Bolivia l’incontro con la gente ti cambia il cuore e cambia il tuo modo di vivere di essere nella vita di ogni giorno!!
Spero che il Signore mi conceda tante altre occasioni per STARE in MEZZO ALLA GENTE!!

Monica

Altri Racconti

Auguri di Buona Pasqua 2024
Auguri di Buona Pasqua 2024

Il dottor Pietro Gamba e la sua famiglia augurano a tutti una Buona Pasqua, ringraziando al tempo stesso coloro che hann...

Solidarietà a confronto
Solidarietà a confronto

Due racconti di solidarietà a confronto: la comprensione del lavoro e della fatica del campesino attraverso la cura del...

Viaggio in Italia 2023
Viaggio in Italia 2023

Dopo le tre settimane del mio viaggio di quest’anno in Italia, desidero condividere le emozioni che mi hanno ricaricat...

Bottom Image