Luis Miguel e Felix in Ospedale

1 Settembre 2011

Da un mese e mezzo, da noi c’e Luis Miguel, di diciotto anni, triplegico per un grave incidente stradale. La sua famiglia è composta dalla mamma, lavandaia ambulante occupata fuori casa tutto il giorno, con sette figli piccoli da allevare, abbandonata dal marito. Luis è a carico della mamma ed è una sfida impossibile da sostenere in casa cambiando radicalmente a tutti la vita. Per la scarsa alimentazione e per l’abbandono, dopo alcuni mesi dall’incidente, il fisico del calciatore professionale di una famosa squadra di Cochabamba, si è trasformato in pelle e ossa con piaghe maleodoranti difficile da curare e gli amici sono diminuiti poco a poco.

Una mano amica l’ha soccorso. L’ospedale dove è rimasto per un anno curato gratuitamente, ha chiuso, ed ecco Luis accolto in Anzaldo. Ha una dose forte e impressionante di volontà. Qui in Anzaldo ha ripreso a studiare per dire a tutti la sua inalterata e intatta volontà di lottare per la vita. 

Per andare a scuola, dall’Ospedale è portato con la sua sedia a rotelle sull’acciottolato della strada. Le infermiere e tutto il nostro personale gli vogliono bene, dimostrandolo con la vicinanza e tante manifestazioni puntuali durante la giornata.

Anche le biochimiche stanno usando uno strumento rudimentale per tessere la lana e ricavare un prodotto artigianale finito. Luis si sposta tra i corridoi e portici dell’Ospedale spingendosi con una sola mano nella carrozzina, aiutandosi con ogni sporgenza e usando i pilastri dei portici per spingersi . Tra le altre cose ha sviluppato la pittura, suona la “quena” e sta’ terminando una sciarpa di lana realizzata con una sola mano senza l’aiuto di nessuno. La sua serenità la manifesta con il sorriso, rimanendo una presenza ammirevole per tutti noi che gli restiamo vicino perché continui a vivere. Rimangono aperte tutt’ora le ulcere da decubito che sono ancora profonde e richiedono necessarie e ulteriori costanti cure per la guarigione.
Anche Felix è ricoverato in Ospedale ed accolto con per un intervento chirurgico all’intestino. Proviene dalla comunità di Molle Pujru, una comunità posta sulle pendici di una vallata sul fiume Caine, dove, per il favorevole clima, si moltiplicano abbondantemente le “vinchucas”, il vettore del mal di Chagas. E’ a causa di questo male che Felix, è stato operato all’intestino per due volte e questo è il terzo intervento che sostiene da noi. Felix non ha famiglia, vive da solo e, per la comunità, rimane un raro esempio perché a 40 anni uno che non ha formato una famiglia viene qui apostrofato come “machu soltero” cioè uno scapolo maturo, anche se conserva ancora il cuore di un ragazzino. Per guadagnarsi la vita percorre chilometri nei posti inaccessibili e pericolosi delle sue valli, per cercare “ l’ulupica” un frutto selvatico che serve come piccante per la salsa che si prepara per mangiare con le patate. Il suo lavoro è sottopagato e un sacchetto che raccoglie in un intero giorno, gli procura circa 1, 5 € che servono solamente per sopravvivere. Ora con la chirurgia, si è risolto il suo problema. L’Ospedale ha aiutato non chiedendo nulla a cambio.
Un ringraziamento per questi gesti va riconosciuto alle persone che ci affiancano e seguono, rafforzandoci nelle motivazioni per continuare, offrendoci Solidarietà e esempio di grande Generosità.
Luis e Felix, oggi sono due persone presenti sul nostro cammino che ci permettono di fermarci e provare il pieno sapore del buon samaritano che si prende cura di loro.

 

Pietro

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