In memoria di Mons. Gelmi

22 Giugno 2016

Con Mons. Gelmi, ho avvicinato il mondo dei “campesinos”, la loro cultura, la loro lingua, il quechua, che lui ha per lunghi anni dapprima studiato e poi parlato meglio di ogni bergamasco in Bolivia.

Voleva trasmettere il suo pensiero a chi lo ascoltava, il calore del bello che è il Vangelo.

A Challviri siamo stati insieme, passando lunghe notti nella stessa stanza, come in un rifugio di montagna, raccolti nel caldo dei nostri sacchi a pelo, mentre fuori era un freddo gelido.

Le riflessioni insieme condivise, di profonda spiritualità, era per interrogarci sulla nostra Fede, con tutti i dubbi della nostra Fedeltà al Signore, con le nostre pochezze e i nostri limiti.

Poi, la decisione presa di condividere le giornate e provare in diretta la realtà, la fatica e l’ingiustizia di quei posti lontani e isolati.

È stata una maturazione scaturita da forti spinte, frutto anche dalle intuizioni condivise e per voler essere esempio e testimonianza di credibilità autentica e di giustizia.

Esperienza che ha sviluppato come sacerdote, restando lunghi anni in quella capanna rimasta vuota dopo la costruzione della nuova scuola e dove aveva ricavato anche una cappelletta per la personale preghiera, oltre alla cappella fatta da lui costruire per la stessa comunità di Challviri.

Sfilano nella mente tanti ricordi belli come un viaggio insieme per andare a trovare i più abbandonati, durato quattro giorni, attraversando Torreni, Totolima, Carmenpampa, luoghi inaccessibili e impensabili da raggiungere ancora oggi e mai più rivisti per la difficoltà della camminata mai più ripetuta.

In ogni incontro approfondito con senso di Fede, uscivano argomenti di dibattito e domande sul senso della povertà, sull’ingiustizia, e la difettata distribuzione dei beni tra gli uomini.

Con la preghiera si dava il giusto senso profondo della “missione” che il Signore, nel suo Mistero, conduce tra gli uomini.

Nell’anno 1984 lui era vescovo ed io medico, ognuno con un proprio cammino scelto con la stessa visione che è il Signore che conduce i nostri giorni e il nostro impegno.

La sensibilità per gli ultimi, gli scartati e i dimenticati, è quanto rimane del suo vivo esempio forte che mi ha coinvolto per rimanere in Bolivia.

Rimani un gigante del gruppo Bergamasco in missione in Bolivia e che ti riconoscono quanti ti hanno conosciuto.

Ciao Mons Gelmi, con lo stesso sorriso che non nasconde misteri e assapora il gusto del bello come l’amicizia che donavi a cuore aperto e libero.

In Paradiso il Signore ti accolga a festa, facendoti incontrare con tutti coloro che hai sentito vicini e che hai aiutato , i poveri che hanno da te sentito la parola del Signore con la forza del tuo esempio.

Dott. Pietro Gamba

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