Come per un figlio

3 Giugno 2014

Scrivere ancora di Juan Raul mi sembra un dovere verso chi ci segue, legge e vuole conoscere gli sviluppi di una storia e la sua evoluzione.

Juan Raul ha compiuto otto anni lo scorso tre aprile; in Ospedale abbiamo festeggiato mostrandogli tutto il nostro affetto con manifestazioni anche da parte di tutto il nostro personale che, spontaneamente ha pensato a regali e doni come espressione di sincero affetto.

Poco prima di Pasqua la sua famiglia ha chiesto un permesso affinché Juan Raul ritornasse a casa per trascorrere le feste di Pasqua con i suoi fratellini dopo sette mesi di degenza e sei chirurgie subite.

Il permesso gli è stato concesso dopo aver valutato che il bambino, dopo così tanto tempo, avesse bisogno di respirare un po’ d’aria di casa sua, senza sospendere i farmaci del trattamento in corso.
Da allora però non è più tornato.

Suo padre, Santiago, dopo alcuni giorni ci ha fatto visita scusandosi dell’accaduto dovuto alla mancanza di fiducia nei medici, nell’Ospedale, alla mancanza di risultati positivi dopo i numerosi interventi chirurgici perché suo figlio, a suo dire, doveva essere già guarito da tempo.
Ha riferito di volersi affidare al “curandero” che gli ha promesso la guarigione dicendo che suo figlio non era indicato per seguire le cure dell’ospedale.

Ho segnalato il fatto al Sindaco del paese, che a sua volta ha informato il difensore dei diritti del Fanciullo, una procedura del Comune in difesa dei diritti dei minori.

Questi hanno organizzato una commissione per valutare il caso andando in primo luogo a visitare la comunità di Juan Raul, a una decina di chilometri da noi, incontrando il piccolo in casa sua.
Hanno parlato con suo padre il quale manifestava una da loro inaspettata forte resistenza nel riportare Juan Raul in ospedale per continuare le cure mediche e chirurgiche.
Infatti nel nostro programma vi è una ulteriore chirurgia per l’inserto dell’osso mancante a metà del femore che per l’infezione era scomparso e mantenuto allineato dal fissatore esterno.

Santiago, il padre di Raul, è stato poi convocato ad una importante riunione organizzata dal Comune di Anzaldo, alla quale, con grande sorpresa, hanno partecipato tutte le Autorità che in varie occasioni avevano avuto l’opportunità di conoscere questa storia anche per via degli aiuti economici erogati per le spese necessarie e sostenute in Ospedale.
Erano presenti il Sindaco, i Dirigenti e le Autorità massime dell’Organizzazione delle Comunità, i professori con i direttori del Distretto educativo, il Parroco, le Autorità di Salute e il Difensore dei minori.

Tutti si sono meravigliati del comportamento del padre che ha manifestato sfiducia nella medicina tradizionale, di non credere a quanto riportato dalle radiografie, affermando che suo figlio è stato troppe volte operato inutilmente, senza risultati tangibili e che ora, peggio di prima, non può camminare per il fissatore esterno che gli è stato applicato e che lui ora ci prega di togliere.

Durante queste riunioni cercavo di spiegare con pazienza e nei minimi dettagli che l’infezione cronica dell’osso è una sfida per ogni medico e specialista.
Ho ricordato come lo scorso ottobre Juan Raul è arrivato in Ospedale con una coscia piena di pus fino alla pelvi, in uno stato di abbandono e di denutrizione che ci ha fatto temere per la sua vita perché l’infezione era disseminata nel suo corpo.
Le chirurgie eseguite sono servite per pulire il pus che già aveva intaccato il femore.
Gli specialisti, chiamati per la soluzione, sono intervenuti varie volte come il caso richiedeva.

La commissione riunita ha imposto, dopo il mese di assenza dall’Ospedale, una radiografia di controllo per capire come fosse l’evoluzione.
Ieri ci siamo nuovamente riuniti con il risultato delle consultazioni con diversi specialisti.
Santiago si è lamentato che in città la consulta gli è costata 150 Bs. (15 € circa).
Ha capito, che senza un supporto di aiuto, la cura di Juan Raul costa cara.
Da parte mia ho portato il referto dello specialista ortopedico che consiglia di trapiantare un pezzo di perone (fibula) come inserto nella parte mancante del femore.

Questo implica un consenso e fiducia per lasciare in Ospedale Juan Raul per il tempo necessario (che non sarà breve) per la guarigione che non possiamo garantire in tempi immediati.
Il difensore dei Diritti del Fanciullo, ha chiesto al padre che decida per ospedalizzare il bambino nel nostro ospedale oppure, se vuole farlo curare altrove, in un ospedale della città senza abbandonarlo o affidarlo al curandero.
Lo stesso Difensore ha promesso che Juan Raul non sarà abbandonato e sarà seguito da vicino per conoscere l’evoluzione dei fatti.

Seguire questo bambino richiede pazienza; l’ostacolo è la malattia e la sua famiglia; una complicazione e una sofferenza per l’aiuto che si vuole dare.

Dr. Pietro Gamba

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