Emilio recupera in modo impressionante

5 Aprile 2010

Le condizioni di salute di Emilio migliorano in modo impressionante! Assisto ad un vero miracolo, un miracolo che si realizza grazie alla buona volontà di alcune persone che hanno fatto nella loro vita la scelta decisiva di mettersi al servizio degli altri lasciando che le loro opere parlino per loro!

L’altro giorno in ospedale è comparso Ivan, un fisioterapista di Trieste che si trova in Bolivia per un breve

periodo insieme a Marisa, una sua collega con la stessa specialità che lavora nel territorio di Udine con persone portatrici di handicap. Ho conosciuto entrambi e li ho osservati per un paio di settimane mentre impartivano delle precise direttive ad Emilio dopo averlo valutato e dopo aver conosciuto il suo reale stato di desolazione e solitudine.. Da subito sono partiti con positivo ottimismo per recuperare quel poco ancora di valido che rimaneva di lui e per potenziarlo con una impressionante dose di coraggio e impegno, dimostrando di saper realizzare concretamente ciò in cui credevano.

Ivan ha passato parecchio tempo con Emilio usando tutta la sua pazienza per insegnargli esercizi che interessano la testa il tronco e le braccia. Queste nuove istruzioni che Emilio ha appreso subito, hanno avuto l’effetto magico del miracolo generato nella speranza! Emilio ha preso sul serio gli esercizi che rafforzano i muscoli delle sue braccia e gli permettono di maneggiare con equilibrio la carrozzina per saltare le barriere e i gradini che gli impedirebbero di spostarsi dall’abitazione.

Tutto ciò è stato fatto in vista della sua possibile indipendenza, affinchè possa rivedere i suoi luoghi, la sua casa, le strade fangose della sua comunità, i suoi campi ed il profumo delle pesche che stanno maturando, il granoturco che cresce e che presto andrà raccolto, il frumento da far tagliare e le patate a che ora in qualche modo qualcuno dovrà raccogliere. Per un giovane padre campesino che a causa di un incidente verificatosi in un attimo deve imparare a muoversi in carrozzella, ogni modo, ogni occasione per raggiungere una certa indipendenza sono validi. Lo vedo che sia aggrappa alla vita in ogni modo e si intuisce che per lui la cosa più importante è non cedere alla tentazione di lasciarsi andare. Questo significa che deve acquistare forza non solo nei muscoli ma anche nella Speranza. E questo è stato il lavoro che dalle braccia e dal tronco che si fortifica, arriva alla testa, alla volontà per nuove intuizioni che generano forti e necessarie motivazioni per continuare nella lotta dura della vita in un ambiente geograficamente ostile. In questo ambiente se non sei agile, produttivo e utile, sei abbandonato a un destino segnato che ti emargina, ti isola per lasciarti da solo. Quando Ivan è ritornato in città lasciando Emilio stanco per gli esercizi praticati, questi con molta semplicità e tenerezza mi ha detto: “Ivan mi manca molto”. In breve frase era racchiusa la gratitudine per quanto ricevuto da Ivan, come uomo e come fisioterapista. Penso che il Dono di persone come Ivan e Marisa che arrivano ad Anzaldo percorrendo strade del mistero della Provvidenza Divina, sia il privilegio che mi è dato conoscere e sentire in questi tempi. Dare del proprio, farsi fratello arrivando sul posto, toccare con mano la realtà del sofferente e vederlo sorridere, sapere che il cuore si è avvicinato, trascende l’umano per farsi quasi divino e diventere il buon samaritano del vangelo che “si prende cura” degli sfortunati!

Rimane sublime il gesto di servire e aiutare per ricostruire la speranza e dover cambiare gli obiettivi futuri, quando non si riesce a vedere l’orizzonte che si ha davanti per continuare la vita. Chi è capace di ridare questo dono ad una persona che si incurva sui suoi mali, ha un grande talento e merita ammirazione e rispetto..

Oggi vedo Emilio che si cimenta a sferruzzare: vuole realizzare una sciarpa di lana e gli dico: “Non sapevo che sapevi fare una sciarpa con le tue mani”. Mi risponde: “Ieri mia moglie mi ha fatto imparare, perché i fisioterapisti mi hanno raccomandato che la mente deve essere sempre occupata in qualcosa di produttivo!. E’un lavoro che qui considerano per le donne, ma voglio riuscire a terminare questa sciarpa per poi regalartela come ricompensa e regalo della mia permanenza in Ospedale!” Rispondo: “Ti lascio andare a casa quando mi farai un bel maglione di lana e, vorrei poter imparare con te a sferruzzare con serenità il filo di lana”. Sento che questa è la forza giusta per continuare a vivere. Sono belle cose che qui succedono e che riescono ad innalzare lo spirito che serve sia per i sani che per i malati, perchè la vita resta ancora una sfida meravigliosa e bella se è condivisa e affrontata insieme! Anche a me, come per Emilio, queste meravigliose persone che come angeli appaiono e scompaiono e che arrivano non si sà da dove e dopo poco tempo se ne vanno, sono importanti perché hanno un grande dono da portare che arriva nei momenti del maggior bisogno. La loro azione scoraggia la tentazione della disperazione, per elevare lo spirito e dire che qualcosa di magico, di miracoloso e di provvidenziale, esiste nella storia delle persone che si vogliono aiutare. Saper ridare il sorriso una persona che era senza speranza, è il massimo dei risultati che ogni uomo può assumersi come la più grande sfida.

Pietro

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