Frammenti di vita…pensieri prima del sonno

22 Febbraio 2019

Machi si accorge che don Antonio ha dimenticato il cellulare qua a casa dopo la serata passata insieme e mi invita ad accompagnarla a casa sua per riportarglielo. Percorriamo quei cinque minuti di paese vuoto e al buio che ci offre una stellata stupenda di questo cielo australe sconosciuto. In lontananza dei fulmini illuminano le nuvole più lontane in modo intermittente. Nel tornare a casa ci fermiamo un momento a guardare il cielo, che proprio sopra la nostra testa si declina nella via lattea. Le stelle ordinate in modo inedito mi meravigliano e Machi mi indica la croce del Sud che ci orienta in questo velo nero.

Mi sembra che il giorno si sia spento come con un interruttore, a scoprire un segreto che è sempre lì, ma che si vede solo quando si ferma tutto. A quest’ora non rimane altro che andare a dormire e ripensare per qualche istante a cosa è successo durante questa giornata.

Oggi è arrivata in consulta la sorella di una ragazza che ha un tumore mostruoso alla mammella sinistra. Mi porge una fotografia e una borsa colma di analisi ed esami. Non ho mai visto niente di così grande e mi chiedo come possa essere cresciuto così indisturbato. Quattordici mesi fa era un piccolo nodulo sospetto, curabile, ma poche settimane dopo è rimasta incinta. Dopo cinque mesi si sottopone alla biopsia e riceve subito la diagnosi di cancro che purtroppo peró, al quinto mese di gravidanza, non poteva essere sottoposto ad alcuna terapia. Dopo il parto la massa comincia a crescere a dismisura e in modo incontrollato. La TAC ora mostra delle masse sospette nel mediastino e una linfoadenopatia all’ascella dello stesso lato. I medici in città l’hanno data per inoperabile.

Oggi, che é il suo compleanno, sua sorella ha provato a chiedere l’ennesimo e ultimo parere qua ad Anzaldo. Purtoppo non abbiamo niente da aggiungere o da controbattere in una situazione come questa. La ragazza é del 1993, il suo primogenito ha 4 anni e il piccolo ha solo 6 mesi. Arrendersi in questo caso significa consegnarle una sentenza di morte a 26 anni, ma non possiamo fare altro, la realtá é brusca qui ad Anzaldo, e non si traveste. La sorella ci ringrazia e torna a casa, prende un taxi che la riporta in cittá.

Nella sala d’attesa arriva Sandra accompagnata dal marito. Quasi tre settimane fa la visitiamo per la prima volta: ha un´anemia grave, da mesi perde sangue per un mioma uterino. Serve un intervento chirurgico. Sono state necessarie due trasfusioni prima di poter entrare in sala operatoria.
Sandra ha 30 anni e un figlio di un anno. D’accordo con il marito ha deciso di farsi operare per fermare questo stillicidio di sangue. Sanno che ciò significa rinunciare alla possibilità di avere altri figli: l’utero verrà rimosso completamente perché il mioma é troppo grande. Fa male dover rinunciare al pensiero di altri figli, tuttavia accettano, impauriti ma decisi.

I ginecologi arrivano da Cochabamba il mattino dopo. Decidono di operare per via vaginale e lì la bella sorpresa: il mioma è peduncolato e si può rimuovere facilmente risparmiando l’utero. L’intervento va bene, Sandra esce dalla sala operatoria con il progetto di una grande famiglia ancora intatto. Ero felice come se l’utero fosse stato il mio!
In un contesto come questo niente è scontato e le risorse sono limitate, perciò ogni vittoria ha un peso triplo. Oggi Sandra é tornata al controllo: sta bene, il colorito della pelle si sta riprendendo e così le sue forze e il benestare generale, inoltre l’analisi anatomo patologica del mioma é negativa. Lei e il marito salutano grati tutto il personale dell´ospedale e tornano a casa.

Questo ospedale è il fulcro di tante vite che girano intorno; tutto é nato da un sogno un pò ingombrate e da tanta determinazione. Noto che ogni oggetto, strumento, macchinario é inventariato, perfino i cestini in plastica della pattumiera. Tutto ha un numero, un valore. I fondi che Pietro ha raccolto nella vita non sono andati sprecati. Ha pesato ogni centesimo per poter sfruttare al meglio il suo potenziale. Avere risorse non ti dá il diritto di sprecarle. Ma capita tutti i giorni di sprecare tante cose: e ci metto anche i sentimenti e le occasioni di studio oltre ai soldi. Talvolta la leggerezza comporta perdita di potenziale.
Pietro, mentre aspetta che in Italia il rappresentante di protesi risponda alla sua chiamata, mi dice che non devi avere mai paura o vergogna di niente se stai facendo qualcosa per gli altri.

Noemy ha 27 anni e ha una complessa displasia di anca dalla nascita. Le sue risorse economiche sono molto limitate, lavora con la madre che vende mais tostato per strada. La displasia la rende claudicante da quando é bambina e ora le ripercussioni sulla spina dorsale iniziano a farsi sentire e Noemy convive con il dolore. Il suo caso è delicato poiché necessita di un intervento di sostituzione dell’articolazione dell’anca ma serve una protesi particolare che qua costa tanti soldi, per via dell’importazione e dei vari processi di rivendita. Troppi soldi. Infiniti soldi, se non li hai. Eppure deve esserci in un angolo di mondo la protesi giusta per lei e le persone che la possono aiutare. Iniziamo la ricerca, su diverse vie, con l’appoggio di amici e professionisti italiani.

Anche se intanto il telefono squilla a vuoto, penso che si possa fare tutto. In fondo si tratta di ridistribuire le ricchezze che sono sparse nel mondo in modo disomogeneo: di soldi, di conoscenze, di cultura.
La vita è un’oppurtunità meravigliosa, un gioco stupendo, come poterne fare a meno? Questa vita é da spezzare come il pane e condividere, da usare tutta fino all’usura. Siamo pieni di coraggio, la vita é nostra, il mondo è un pezzo di argilla da modellare.
Mi rigiro dall’altra parte mentre il sonno mi conquista con le immagini di un sapore nuovo che è pieno di vita .

Dott.ssa Viola Bonfanti

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