Nuove sfide

3 Aprile 2018

È trascorso un po` di tempo dall’ultimo aggiornamento ed oggi scrivo quello che mi sembra importante per mantenersi in contatto.
Sto aiutando due ragazzi a vedere il loro futuro più roseo e facile.
Uno di loro è Hernan, che al compimento dei suoi 18 anni è tornato ad Anzaldo da dove mancava da circa cinque anni.

Cinque anni fa il parroco di Anzaldo trovandolo piangente, affamato e abbandonato dai genitori nella piazza del paese insieme al suo fratellino minore, ha cercato per lui una migliore sistemazione.
I suoi erano in costante lite e volevano separarsi.

La mamma era vittima di violenze senza ritegno anche davanti ai cinque figli piccoli da parte del marito che regolarmente tornava a casa ubriaco e dava spazio a scene di paura intimidendo moglie e figli.
Attraverso le istituzioni competenti del paese e dello Stato, i due fratellini sono stati affidati dapprima a un’istituzione statale della città e poi finalmente alla “Ciudad del Niño“ di Cochabamba.
Si sono adattati al nuovo stile di vita dove non è mai mancato il cibo, i vestiti, l’assistenza e la scuola. Racconta Hernan, con riservata timidezza, che a casa doveva sopportare in silenzio i numerosi litigi fatti di urla e grida della mamma che si difendeva come poteva dalla violenza incontrollata del papà ubriaco, che picchiava la mamma per avere semplicemente l’ultima parola dettando la legge di chi comandava tra loro, mentre i figli avevano paura oltre ai forti morsi della fame per le troppe volte che non avevano cibo sufficiente.

Terminate le scuole superiori Hernan ha finito un corso di tecnico.
In tutto questo tempo, non si è più incontrato con i suoi genitori e i suoi fratelli che non ha rivisto da quando è andato via da Anzaldo.
Nessuno della famiglia ha chiesto di lui ne si sono interessati per andare a trovarlo.
Ora siamo tornati insieme alla sua comunità di nascita e invece dei ricordi dei posti della sua prima giovane età, abbiamo trovato solo abbandono, campi trascurati con la casa natale di fango cadente e senza cura.

Alcune famiglie del luogo, su terreni dispersi, non conoscono dove siano andati i suoi genitori che si sono separati a causa del marito…che con un’altra donna ha avuto ulteriori figli.
Sembra che ora si siano riappacificati e siano ritornati insieme spostandosi in altri posti, senza fissa dimora; forse in qualche posto della grande città di Cochabamba che attira tutti con lavori precari che servono per vivere alla giornata.
Il direttore della Ciudad del Niño al raggiungimento della maggiore età del ragazzo, che ha completato gli studi, per regolamento deve lasciare spazio ad altri ragazzi che come Hernan verranno aiutati a crescere.

Così Hernan rimane nel paese di Anzaldo per cercare un lavoro e vivere fuori dal recinto che l’ha aiutato negli studi per arrivare alla maggiore età.

Difficile credere, che ritorni a lavorare i suoi campi, ora abbandonati anche dai suoi genitori; anche se giovane è cresciuto e non ha imparato la dura vita del contadino-agricoltore! Voleva entrare nel servizio di leva ma per poco non è riuscito e vuole aspettare tre mesi in attesa della prossima chiamata… se andasse nella zona tropicale (Chapare) dove si coltiva la coca, diverrebbe preda facile per il traffico e trasporto della cocaina che lo porterebbe facilmente nell’affollato carcere della città dove la maggioranza dei reclusi sono ragazzi che hanno tentato la fortuna non avendo un lavoro… Il direttore me l’ha affidato quindi in attesa del tempo necessario all’arruolamento militare o di qualche lavoretto che possa disegnare il suo futuro.
La coincidenza che vedo provvidenziale è l’attuale presenza in Anzaldo di una grossa impresa di costruzione della nuova strada che unirà Cochabamba. Con i nuovi dirigenti dell’impresa costruttrice è stato necessario stabilire accordi per l’assistenza medica e per le emergenze in caso di incidenti ai loro lavoratori. Ho spiegato loro la situazione di Hernan accompagnata dalla richiesta di un lavoro per lui che sarebbe oltretutto una terapia importante per la sua bassa autostima e per l’assenza di responsabilità avute finora.
Dopo tre giorni, con sorpresa inattesa, l’impresa mi ha risposto che avrebbero accettato Hernan perché si era aperto un posto libero come aiutante per lo scavo delle pozze di archeologia che, per regolamento, l’impresa deve prevedere quando si traccia una nuova strada. Hernan è stato assunto! Avrà almeno tre anni buoni in questa nuova occupazione fissa, con regolare contratto di assunzione e stipendio. Per la prima volta deve aprire un conto in banca da dove potrà attingere e pensare alla sua persona e alle sue spese in forma indipendente! Mentre imparerà a conoscere e a riportare alla luce con gli scavi i reperti storici di ceramica e ossa pre-ispaniche degli Incas, crescerà restando con noi in Ospedale nel suo tempo libero dopo il lavoro.

L’altro ragazzo è Fernando. Anche lui ha appena compiuto una ventina d’anni e proviene dalle comunità lontane dei monti da me conosciute 42 anni fa.
In una visita a queste comunità lo scorso anno, i dirigenti riuniti mi hanno chiesto di costruire presso di loro un nuovo ospedale con specialisti, come quello che conoscono funzionante in Anzaldo, perché la loro popolazione non è servita adeguatamente con un buon servizio di assistenza sanitaria.
La salute è ancora disattesa a causa di mancanza di personale preparato e motivato a restare in quei luoghi freddi e inospitali con la giusta determinazione e dedizione!

Con un po` di pazienza e conoscenza, ho spiegato alla comunità che non si tratta di cercare soldi per la costruzione di nuove strutture e nuove attrezzature (che tra l’altro non mancano), ma è più importante avere persone del posto che possano dedicarsi esclusivamente e con competenza al servizio di base di assistenza alla salute.
In sostanza il problema dipende dalla preparazione di nuove persone motivate che possano essere formate e che rimangono sul posto con dedizione e preparazione al servizio della loro stessa gente, parlando la loro stessa lingua, con gli stessi parametri culturali e stesse tradizioni ma con una preparazione specifica per risolvere i problemi più grandi che la comunità riunita oggi reclama come abbandono!

Pensando e credendo in questo esperimento, ho rilanciato la mia volontà di appoggiare un giovane che la comunità stessa avrebbe identificato e ritenuto idoneo perché fosse preparato in città come infermiere.
La sorpresa di quest’anno è stata la decisione della comunità, si è presentata con i rappresentanti e il loro dirigente dopo aver identificato un giovane da loro eletto come candidato per lo studio di infermeria. Il giovane è Fernando ed è stato scelto tra due concorrenti, presentati ambedue alla comunità con il titolo di studio di diploma superiore.

Ho voluto chiarire ai dirigenti che altri esperimenti non riusciti con altre persone, mi hanno frenato nell’entusiasmo d’appoggiare gli studi di un giovane che inizia a formarsi per una professione a causa del rischio che una volta terminato gli studi scelga altre strade e non mantenga la promessa di tornare con la sua gente a lavorare come infermiere per assisterli.
La formazione di Fernando richiederà due anni di permanenza in città dove si preparerà in una scuola specifica. La responsabilità di questa formazione è condivisa a tre: il nostro Ospedale, che si assume il carico della formazione, la famiglia e la Comunità.
Il nostro Ospedale appoggerà la formazione e la sua preparazione pagando la retta mensile della scuola e l’alloggio in città.
La famiglia di Fernando dovrà unicamente occuparsi dell’alimentazione e la Comunità, oltre che garantire la promessa del ritorno di Fernando per il servizio da infermiere da loro per almeno tre anni, dovrà interessarsi con lo Stato per ottenere un nuovo stipendio mensile per Fernando.

È certamente un inizio che apre la strada anche ad altri che potranno seguire l’esempio e in futuro prepararsi nel prestare servizio alla propria gente restando nella loro comunità senza cercare altrove.
Attualmente con varie scuse, soprattutto chi è obbligato ad un forte adattamento, cerca sempre scuse ed artifici per vacanze o assenze falsamente giustificate per restare in città e, ne risulta un visivo abbandono che diventa pesante e irresponsabile quando succede un’emergenza…
L’aiuto ad Hernan e Fernando apre delle nuove sfide: non tutto è chiaro alla partenza ma certamente è un passo utile per insegnare a pescare, senza dare il pesce già preparato.
Una degna occupazione è di aiuto per uscire dal circolo delle miserie conosciute.

Dott. Pietro Gamba

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