Rientro in Bolivia

21 Dicembre 2022

Eccomi rientrato nel mio quotidiano, dopo tre settimane d’assenza in cui avevo lasciato la guida dell’attività a medici e infermiere. Ero partito con tanta voglia di rivedere gli amici, di guardarci in faccia e raccontarci questi tre anni di lontananza causati dalla pandemia. Il tempo è trascorso velocemente, ritmato dal serrato programma degli incontri. Ma gli ultimi giorni li ho passati a letto, alle prese con un’accanita influenza che dopo avermi debilitato con la febbre si è aggravata causandomi bronchite e polmonite, tanto che la radiologa mi ha raccomandato di rinviare il viaggio di ritorno. Mentre scrivo sono ancora raffreddato ma finalmente in ripresa, e posso riavvolgere il nastro della mia visita.

La prima sorpresa è stata terribile, con l’improvvisa scomparsa di Aldo, avvenuta la notte stessa del mio arrivo. Ci dovevamo incontrare per programmare una cena finalizzata alla raccolta fondi. Aldo è più di un amico, è un fratello maggiore che ha contribuito in modo fondamentale alla mia scelta della Bolivia, e fino all’ultimo si è prodigato per la nostra attività d’aiuto ai più bisognosi. Ora ha compiuto il grande passo fra la vita e la morte, ma lascia una testimonianza d’amore nelle cose fatte insieme, che rendono prezioso il suo ricordo e fanno di lui una presenza ancora viva.

Emozioni vibranti di solidarietà sono quelle che ho incontrato a Cesena, dove ho ritrovato amici fedeli e per nulla invecchiati, come se non fossero trascorsi tre anni di lontananza. Senza risparmiarsi, questi amici hanno organizzato una riuscitissima serata di convivialità e spettacolo, sostenuta dai bravi alpini locali che hanno preparato polenta per duecento persone, vivacizzata dalla scoperta della magnifica voce di Barbara, e resa indimenticabile anche dalla spontanea e disinvolta partecipazione di Norma, la mia figlia più piccola con sindrome di Down, che salita sul palco ha accompagnato le canzoni di Barbara con estemporanei balli che l’hanno resa protagonista e hanno strappato applausi.

Ho incontrato gli amici di WebSolidale Onlus, con Ciro che continua a svolgere la sua missione restando giorno dopo giorno al suo posto di lavoro, e rendendosi prezioso senza recarsi fisicamente fra chi ha bisogno.

In Svizzera, ho aggiornato sulla mia attività i non più tanto giovani emigrati della Missione Cattolica Italiana, riuniti con i loro sacerdoti. Le immagini proiettate hanno guidato il mio racconto sull’arrivo del generatore di ossigeno che tanti problemi ha risolto ad Anzaldo nella lotta contro la pandemia.

L’incontro con gli industriali di Valdagno che da alcuni anni ci offrono la loro concreta solidarietà è servito a rinsaldare i vincoli d’amicizia.

Con mia moglie Margarita ho partecipato anche al Consiglio di Amministrazione della Fondazione in cui, con la sempre gradita presenza del Vescovo di Bergamo Mons. Francesco, si è deliberato il passaggio dalla Fondazione Onlus alla nuova Fondazione ETS, che ci permetterà di mantenere i benefici del cinque per mille previsti dalla legge italiana.

Il viaggio è stato anche motivo e occasione doppiamente solenne della riunione della mia famiglia al completo – un abbraccio che ci ha riuniti tutti come non accadeva ormai da più di cinque anni – e del matrimonio di Silvia. La stessa Silvia e Alba hanno raggiunto i loro obiettivi professionali conseguendo la specialità, e ora sono proiettate verso la completa indipendenza; e Linda ci ha raggiunto in Europa dalla Bolivia senza difficoltà, con un volo della linea aerea in cui lavora come copilota. Così il 3 dicembre, giorno del dodicesimo anniversario della Fondazione e del Patrono delle missioni San Francesco Saverio, nel mio paese natale di Stezzano è stato celebrato il matrimonio civile di Silvia con Andrè di nazionalità brasiliana.

Il salone della settecentesca villa comunale, riempito da cugini, nipoti e pronipoti, è stato teatro della festa, resa completa dall’inatteso arrivo di mia mamma Angela, ancora lucida e in forma a 96 anni, che non ha voluto far mancare agli sposi i suoi auguri. E Norma non ha perso l’occasione di ballare per sua sorella, intrattenendo tutti con la sua spigliatezza e senza ombra di timore. La festa è continuata alla sera ad Albegno, nella tensostruttura allestita dai volontari e in cui 230 persone hanno condiviso una cena ‘povera’ ma ricca di amicizia e della gioia generata dal senso di solidarietà e dal piacere di incontrarsi di nuovo dopo anni difficili per tutti.

Un incontro di alto significato è stato anche quello con la comunità boliviana residente a Bergamo, dalla quale è venuta una forte e sensibile spinta a favore dei loro connazionali in patria.

A partire dal rientro da Roma, dove avevo partecipato a una riunione destinata a programmare l’attività del nuovo anno, ho iniziato ad accusare i sintomi dell’influenza, che mi ha costretto a cancellare alcuni appuntamenti.
Sono riconoscente per i tanti doni che ho ricevuto da molte persone, e che sono una forte spinta per continuare nell’impegno di dedicare attenzione e sensibilità a chi si trova nel bisogno. Questo aiuto ci permette di essere, sul posto, i delegati di una concreta solidarietà collettiva e, al tempo stesso, testimoni del bene che esiste nelle persone che rendono possibile un’azione di servizio che ci avvicina con convinzione all’insegnamento del Vangelo.

Buon Natale di cuore,

Dott. Pietro Gamba, famiglia e collaboratori

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